IL MATTINO – Smoking, arte e bollicine per il gala di Shipping and the Law

Smoking e suggestioni per gli ospiti del gala di Shipping and the Law, il meeting annuale organizzato dallo studio legale Lauro e dedicato ad armatori, avvocati, banchieri, gestori di fondi d’investimento, broker ed operatori del settore marittimo di tutto il mondo.

Accolti da Francesco Saverio Lauro nella cornice della Certosa, infatti, gli ospiti della due giorni si sono rilassati nel corso della visita privata al museo dove un cantante vestito da monaco certosino ha proposto una selezione di canti gregoriani manifestandosi  a sorpresa in costume al cospetto dei quadri di Ribera, Reni e Caracciolo accompagnato dalla musica coordinata dal maestro Luigi Grima così come il quartetto d’archi che si è esibito durante la cena terminata con tammurriata e pizzica dei Metropolitan Folk.

Un happening insolito insomma quello ideato da Rusy Fusillo per i big del mare immortalati dagli scatti di Paola Tufo, che ha visto protagonisti Andrea Garolla, il presidente della commissione dell’arbitrato GB Clive Aston, Arturo Capasso, Giorgio Celiani e Mariella Cimmino, Anna Sommella, Angelo Scorza, Daniela Condemi, Umberto e Maria Rosa Masucci, il segretario generale dell’International Maritime Organization Eftthimios Mitropoulos, Pierluigi Zagari, Fabrizio Vettosi, Leo Drollas, Ugo Salerno.

Link: http://www.ilmattino.it/napolismart/party/smoking_arte_bollicine_gala_di_shipping_and_the_law-2059950.html

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ECONOMIA DEL MARE MAGAZINE – Emanuele Grimaldi a Shipping and the Law

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Del 29 ottobre 2016

Il 25 ottobre a Napoli, si è tenuta la VII edizione di Shipping and the Law, evento organizzato da Francesco Saverio Lauro al quale hanno partecipato oltre 200 tra armatori, avvocati marittimisti, banchieri, gestori di fondi di investimento, broker e altri operatori del settore marittimo provenienti da tutto il mondo.

Tra gli altri, Esben Poulsson, presidente dell’ICS, ha affrontato alcuni degli argomenti al centro del dibattito internazionale del settore ed ha affermato che “Lo shipping è un business globale e quindi per non creare svantaggi competitivi per gli armatori le regole devono essere il più possibile armonizzate a livello internazio- nale. L’Italia, da questo punto di vista, sconta delle regole specifiche che rendono per gli italiani più difficile la competizione”.

Emanuele Grimaldi, Presidente di Confitarma, affrontando il tema della salvaguardia dell’ambiente, ha ribadito che “Gli armatori sono gli imprenditori che hanno fatto di più per la riduzione delle emissioni di Co2. Basti pensare che il 90% di tutte le merci che si muovono nel mondo si muovono sulle navi container, bulker, tanker, trasporti ro-ro, ma per emissioni di Co2 lo shipping pesa soltanto il 2,2%. Poi se nel mondo si decide di tassare le emissioni si faccia, ma questa tassazione deve avvenire per tutti i comparti del trasporto, non solamente per le navi”.

Link: http://www.economiadelmare.org/emanuele-grimaldi-a/

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NOTIZIARIO DELLA MARINA – La Marina presente al dibattito “Shipping and the Law” di Napoli

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L’evento, giunto alla sua sesta edizione, è ormai diventato un networking d’eccellenza e un appuntamento annuale per l’industria marittima italiana

29 ottobre 2016Antonio Dell’Anna –

Un dibattito tra le principali aziende leader nel campo del cluster marittimo – provenienti dall’Italia, dall’Europa e da tutto il mondo –  si è sviluppato in una “due giorni” di incontri a Napoli che ha visto armatori, noleggiatori, banchieri, avvocati, oltre a rappresentanti della società civile e militare confrontarsi sui temi e avvenimenti più caldi che coinvolgono e preoccupano  il mondo dello shipping,oltreché l’intera comunità internazionale.

L’evento, giunto alla sua sesta edizione, è ormai diventato un networking d’eccellenza e un appuntamento annuale per l’industria marittima italiana che diviene sempre più punto di riferimento per un dibattito di alta qualità in un’atmosfera amichevole e informale.

La sessione di apertura di martedì 25 ottobre ha ospitato anche la Marina Militare, rappresentata dall’ammiraglio di squadra Donato Marzano, Comandante in Capo della Squadra Navale, il cui intervento è stato  preceduto da quello del Segretario Generale Emerito dell’International Maritime Organization – IMO, Efthimios Mitropoulous e del Presidente dell’International Chamber of Shipping – ICS, Esben Poulsson.

Tanti gli aspetti significativi trattati, quelli relativi alla sicurezza della navigazione soprattutto nelle aree geografiche ove instabilità politica, guerre civili, terrorismo o anche pirateria marittima mettono in pericolo la navigazione e lo stesso shipping mondiale, con inevitabile ricaduta sulle economie dei Paesi e la crescita e lo sviluppo dei popoli, in particolare quelli che insistono nelle stesse aree vittime di situazioni di instabilità.

In questo contesto, l’ammiraglio Marzano ha illustrato i compiti  della Marina Militare, simili a quelli delle altre Marine del mondo di pari livello, per garantire libertà di navigazione e sicurezza marittima.

Nella revisione annuale 2016 dell’ICS sono evidenziate, tra le altre, alcune situazioni che preoccupano il mondo dello shipping: il coinvolgimento delle navi mercantili nei fenomeni migratori e il crescente fenomeno della pirateria marittima, con oltre 250 casi nel 2015, soprattutto al largo delle coste occidentali dell’Africa e del sud Est asiatico.

L’ICS, pur riconoscendo il successo della comunità internazionale contro la pirateria marittima nel corno d’Africa – grazie sia ad alcune misure di self protection messe in atto dalle compagnie (isola protetta e contractors) sia e soprattutto dalla protezione offerta dalle navi militari di tutti i Paesi – denuncia il crescente fenomeno in alcune aree ove, pur insistendo le Forze Armate organizzate dei paesi rivieraschi, il livello di protezione offerto alle navi in transito, anche nelle acque territoriali, è valutato inadeguato.

È in questo ambito, ha precisato il Comandante in Capo della Squadra Navale,  che opera la Marina Militare per addestrare le forze di sicurezza di alcuni Paesi rivieraschi. Sono le cosiddette attività di “Maritime Capacity Building” –  a favore dei Paesi costieri e partner – che consentono di sviluppare e potenziare capacità di cui i gli stessi Paesi a vocazione marittima sono già in possesso. Di fatto in un contesto marittimo, e anche a supporto dello shipping mondiale, tutto ciò significa garantire sicurezza marittima, il vero core business della Squadra Navale, la prima responsabilità dell’ammiraglio Marzano ma soprattutto il primo comune interesse tra lo shipping mondiale e le Marine di tutto il mondo.

L’evento “partenopeo” ha inoltre visto la presenza in porto di nave Margottini, frutto del programma di cooperazione internazionale italo-francese FREMM (Fregate Europee Multi Missione), in grado di operare in contesti multinazionali per l’assolvimento di operazioni antiterrorismo, di sorveglianza e contrasto dei traffici illeciti, assistenza umanitaria e di soccorso in caso di calamità naturali.

La presenza della Nave è stata occasione per ospitare a bordo, per un icebreacker, i vertici mondiali dello shipping per un primo informale approccio sulle tematiche di cui si è poi discusso in sede di meeting. Inoltre, per tutto il periodo di sosta, la nave è stata aperta alla cittadinanza per visite a bordo, soprattutto da parte degli istituti scolastici.

 

MILANO FINANZA – Burrasca in vista per le navi cisterna

MF – NUMERO 212   PAG. 17  DEL 28/10/2016

La grande quantità di nuove costruzioni sta spingendo verso il basso le rate di nolo

Burrasca in vista per le navi cisterna

Da un’analisi di Banchero Costa emerge che quest’anno l’offerta di tonnellaggio si è portata vicino ai massimi del triennio 2009-2011, proprio mentre le tariffe giornaliere diminuiscono da mesi

di Nicola Capuzzo

Dopo due anni di ritorni economici soddisfacenti, gli armatori di petroliere e navi cisterna dovranno tornare a stringere i denti perché l’eccesso di offerta sta di nuovo spingendo al ribasso i noli giornalieri. Il trend emerge chiaramente dai dati presentati al convegno Shipping and the Law da Enrico Paglia, responsabile ricerca della società di brokeraggio navale Banchero Costa, che ha evidenziato come le nuove costruzioni sul mercato nel 2016 saranno pari a 32 milioni di tonnellate di portata lorda, il triplo rispetto al 2015. «Un valore terribilmente vicino ai livelli visti negli anni 2009, 2010 e 2011» ha sottolineato l’analista di Banchero Costa ricordando un periodo che per gli armatori ha significato grande sofferenza. Inoltre ha aggiunto che anche «il 2017 sarà un altro esercizio contraddistinto da un elevato numero di nuove consegne».
Fra gennaio e settembre di quest’anno la differenza fra navi nuove e demolite ha fatto segnare un saldo positivo di 36 per le petroliere Aframax (pari a un’offerta di stiva aggiuntiva di 4 milioni di tonnellate di portata lorda o tpl), di 19 per le Suezmax (+3 milioni di tpl) e di 35 per le Vlcc, le superpetroliere (+10,6 milioni di tpl). Negli ultimi sei mesi le rate di nolo giornaliere (time charter a 1 anno) delle petroliere sono scese dai quasi 55 mila dollari di marzo agli attuali 35 mila per le Vlcc, da 38 mila a 22 mila per le Suezmax e da 30 mila a 17 mila circa per le Aframax.

Discorso simile vale per le navi cisterna dove i noli sono in costante calo da un anno a questa parte: da settembre 2015 a settembre 2016 le rate giornaliere delle navi Long Range 2 sono scese da 28 mila a 16 mila dollari, le Long Range 1 da 26 mila a 14 mila dollari e le Medium Range 2 da 19 mila a 13 mila dollari. Anche per questo segmento d’attività la spinta al ribasso sulle tariffe di trasporto marittimo proviene dall’eccesso di offerta di stiva: nei nove mesi del 2016 la differenza fra navi nuove e demolite ha visto crescere di 12 unità le navi Mr1 (pari a un’offerta di stiva aggiuntiva di 439 mila tpl), 78 in più sono le Mr2 (+3.9 milioni di tpl) e 12 le Lr1 (+895 mila tpl). Paglia ha inoltre precisato che «prima del 2004 le consegne annuali di nuove costruzioni di navi cisterna non superavano i 5 milioni di tonnellate di portata lorda, dal 2004 al 2011 la media è stata di 12 milioni di tonnellate ogni anno, nel triennio 2012-2014 era sceso a 6,3 milioni di tonnellate annue e nel 2016 sono attese sul mercato nuove navi cisterna per 14,4 milioni di tonnellate (37% Lr2 e 40% Mr2)». (riproduzione riservata)

 

 

 

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Link: http://www.milanofinanza.it/news-preview/burrasca-in-vista-per-le-navi-cisterna-201610272229438406

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STAFFETTA QUOTIDIANA – Il Brent della discordia

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Visioni opposte del mercato tra speculazione e fondamentali

Prezzi Internazionali

Cosa determina il prezzo del petrolio e dei prodotti petroliferi? E’ guidato dell’incontro tra domanda e offerta o dalla speculazione finanziaria sui circuiti elettronici internazionali? Durante la VII edizione di Shipping and the Law, la conferenza mondiale degli armatori organizzata dallo Studio Lauro a Napoli, due visioni opposte sulle dinamiche del mercato del petrolio si sono confrontate, approfondendo un tema che ha grandi ricadute sull’industria petrolifera, su quella marittima e, non da ultimo, un forte impatto sull’attività delle diplomazie di tutto il mondo.

Schierato a favore di una visione tradizionale, cioè di un mercato petrolifero dettato dai fondamentali e quindi influenzabile dalle decisioni dell’Opec, Leo Drollas, economista del Center for Global Energy Studies, l’ufficio studi fondato nel 1990 dal famoso ministro del petrolio saudita Zaki Yamani. A fare da controaltare, Salvatore Carollo, che per tanti anni ha lavorato nelle sale operative londinesi di Eni e dal giugno 2013 collabora con la Staffetta con le sue riflessioni controcorrente (v. Staffetta 01/06/13). Secondo Carollo, infatti il prezzo del petrolio, in particolare quello del Brent che funge da riferimento per l’85% delle transazioni mondiali fisiche di petrolio, dipende ormai da un giro di scommesse del tutto svincolato dai fondamentali di mercato, su cui quindi l’Opec non può avere alcuna influenza (a meno che non decida di ripudiarlo pubblicamente).

Il punto di vista di Drollas è chiaro ed è tutto sommato la visione imperante: l’Arabia Saudita ha iniziato nel 2014 una guerra al ribasso sui prezzi del petrolio, per mettere in ginocchio l’emergente industria dello shale oil, cosa che è riuscita al punto che adesso l’Opec ha annunciato l’intenzione di intervenire per far risalire i prezzi, con il supporto della Russia. Sono molti ora gli elementi da tenere d’occhio: la definizione delle quote per ciascun paese a Vienna il prossimo 20 novembre, quando l’Opec terrà la Conferenza ordinaria di fine anno, perché “il diavolo è nei dettagli”; l’alto livello delle scorte mondiali (“un elefante in cristalleria”); il deterioramento delle finanze dei paesi del Golfo, che ha spinto questi ultimi a indebitarsi ricorrendo a corpose emissioni obbligazionarie; la resilienza dell’industria Usa dello shale oil (il breakeven dei principali giacimenti di greggio non convenzionale in Usa si è dimezzato dal 2014 al 2016). In definitiva, il prezzo del petrolio non andrà troppo lontano dalla soglia dei 50 dollari nei prossimi anni, a meno che non scoppi qualche altro grave conflitto in Medio Oriente o l’Opec non assuma drastiche decisioni sulla produzione petrolifera.

Questa tesi non è condivisa da Carollo. Dopo aver esposto i suoi argomenti, secondo i quali il prezzo del Brent si forma con meccanismi simili a quelli inventati per lo scambio delle figurine Panini (v. Staffetta 13/12/13), si è soffermato a fare alcune considerazioni sugli effetti di questo meccanismo sia sul fronte geopolitico, che su quello industriale. Se il prezzo del Brent è del tutto scollegato dai fondamentali, è chiaro che tutti gli incontri Opec, così come quelli più allargati tra i paesi Opec e non, sono solo una girandola mediatica, messa in piedi per alimentare e indirizzare la speculazione sul Brent, che è cavalcata senza scrupoli dagli stessi Paesi che dichiarano di volere la stabilità del marcato. Come dimostra l’ultima maxi emissione obbligazionaria saudita, ormai i Paesi produttori si sono evoluti e sanno ben utilizzare a proprio vantaggio tutti gli strumenti che l’alta finanza mette a disposizione per guadagnare denaro, tanto che screditare il meccanismo delle “figure Panini” non conviene più neanche a loro, perché sono i primi a trarne benefici.

Le uniche a far le spese di questo meccanismo sono le raffinerie, che acquistano il petrolio a un prezzo di fantasia (quello appunto finanziario del Brent più o meno un determinato differenziale), per rivendere benzina, gasolio e olio combustibile al prezzo che deriva dai fondamentali di mercato, così come rilevato dal Platts. Questa anomalia del mercato starebbe rivoluzionando le rotte del petrolio e avrebbe favorito il tonfo dei noli. C’è il rischio che altre raffinerie in Europa vengano messe all’angolo da questo meccanismo inceppato, che si somma a regole internazionali sugli impianti e sulle lavorazioni sempre più severe che richiedono investimenti cospicui per limitare l’impatto ambientale (come quella appena approvata che anticipa al 2020 l’ulteriore riduzione del tenore di zolfo per il bunker). Se altre raffinerie europee dovessero chiudere i battenti, il vecchio continente non avrebbe più la possibilità di rifornire gli Usa di circa un milione di barili al giorno di benzina, come attualmente fa. E allora sì che si potrebbe aprire una vera e propria guerra commerciale, questa volta al rialzo, non sul petrolio ma sulla benzina.

© Riproduzione riservata

di A.P.

Link: http://www.staffettaonline.com/articolo.aspx?ID=267357

SHIP2SHORE – Unicredit e Intesa restie a cedere i crediti incagliati dello shipping italiano

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SHIP2SHORE – Le nuove costruzioni rischiano nuovamente di zavorrare il liquid bulk

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Secondo l’analisi del mercato shipping presentata da banchero costa a Shipping and the Law nel dry invece il rapporto navi nuove/demolite è più equilibrato anche se le rate di nol rimangono piuttosto basse

Napoli – Come molti addetti ai lavori si aspettavano, il mercato del trasporto marittimo di rinfuse liquide sembra fare nuovamente rotta verso acque agitate. Lo si evince dai dati presentati da Enrico Paglia, research manager della società di brokeraggio navale banchero costa, intervenuto al convegno Shipping and the Law di Napoli per offrire una panoramica sul futuro a medio-breve termine dello shipping mondiale.

A proposito delle navi petroliere Paglia ha evidenziato ad esempio che le nuove costruzioni previste entrare sul mercato nel corso del 2016 saranno pari a 32 milioni di tonnellate di portata lorda, il triplo rispetto ai livelli del 2015. Un valore “terribilmente vicino ai livelli registrati negli anni 2009, 2010 e 2011” ha aggiunto l’analista di banchero costa, aggiungendo inoltre che anche “il 2017 sarà un altro esercizio contraddistinto da un elevato numero di nuove consegne”.

Più precisamente, al 30 settembre scorso la differenza fra navi nuove e demolite faceva registrare 36 Aframax in più sul mercato (pari a un’offerta di stiva aggiuntiva di 4,08 milioni di tpl), 19 Suezmax (+3 milioni di tpl) e 35 VLCC (+10,619 milioni di tpl). Negli ultimi sei mesi le rate di nolo giornaliere (time charter a 1 anno) delle petroliere sono scese molto passando dai quasi 55.000 dollari di marzo agli attuali 35.000 per le VLCC, da 38.000 a 22.000 le Suezmax e da 30.000 a 17.000 circa le Aframax.

Anche per le navi cisterna i noli sono in costante calo da un anno a questa parte: da settembre 2015 a settembre 2016 le rate giornaliere delle navi Long Range 2 sono scese da 28.000 a 16.000 dollari, le Long Range 1 da 26.000 a 14.000 dollari e le Medium Range 2 da 19.000 a 13.000 dollari. Anche per questo segmento d’attività la spinta al ribasso sulle tariffe di trasporto marittimo proviene dall’eccesso di offerta di stiva disponibile. Lo schema intitolato ‘Product tanker – Fleet growth 2016’ proiettato da Paglia spiega infatti che nel periodo gennaio – settembre 2016 il rapporto fra newbuilding e unità demolite ha visto crescere le navi MR1 di 12 unità (pari a un’offerta di stiva aggiuntiva di 439 tonnellate di portata lorda), 78 in più sono le MR2 (+3,89 milioni di tpl) e 12 le LR1 (+0,89 milioni di tpl). “Prima del 2004 le consegne annuali di nuove costruzioni di navi cisterna non superavano i 5 milioni di tonnellate di portata lorda, dal 2004 al 2011 la media è stata di 12 milioni di tonnellate ogni anno, nel triennio 2012 – 2014 era sceso a 6,3 milioni di tonnellate annue e nel 2016 sono attesi sul mercato nuove navi cisterna per complessivi 14,4 milioni di tonnellate (37% LR2 e 40% MR2)” ha spiegato ancora l’analista di banchero costa.

Nel dry bulk invece, dopo i minimi storici toccati lo scorso marzo, il mercato ha mostrato timidi ma progressivi segnali di ripresa con le rate di nolo time charter a 1 anno delle bulk carrier risalite per le Capesize da 5.000 a quasi 10.000 dollari, per le Panamax da 5.000 a 8.000 dollari e per le Supramax da 4.000 a 7.000 dollari giornalieri. Per quanto riguarda la differenza fra navi demolite e nuove costruzioni consegnate nei primi nove mesi di quest’anno le statistiche dicono che sul mercato ci sono 24 Handysize in più (pari a ulteriori 1,46 milioni di tonnellate di portata lorda sul mercato), 96 Supramax (+6,94 milioni tpl), 15 Panamax in meno (-0,27 milioni di tpl), 10 Post-Panamax in più (+0,934 milioni di tpl), 11 ulteriori Capesize (+3,71 milioni di tpl) e 2 VLOC in meno (-0,29 milioni di tpl).

Nella sua relazione Paglia ha messo in evidenza il fatto che “fino al 2008 venivano consegnate ogni anno nuove navi per massimo 25 milioni di tpl, mentre nel 2011 e nel 2012  si è raggiunta la soglia dei 100 milioni di tpl. Dal 2014 il trend è tornato intorno a quota 45-50 milioni di tpl e lo stesso ci si aspetta sia nel 2016 che nel 2017 assumendo un tasso di slittamento in avanti della nuove consegne pari al 35%”.

In questo scenario la buona notizia per gli armatori che guardano al lungo termine è rappresentata dal fatto che il consumo di energia è previsto in crescita del 35% fra il 2014 e il 2035, anche se larga parte di questo aumento sarà ascrivibile allo sviluppo dell’energie rinnovabili il cui trasporto non offre impiego alle navi.

Nicola Capuzzo

Link: http://www.ship2shore.it/it/shipping/le-nuove-costruzioni-rischiano-nuovamente-di-zavorrare-il-liquid-bulk_62700.htm

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